La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
? - Altro mare - quèi rispondeva, insoavendo la voce, quasi temente di offèndere il delicato orecchio di lei. - E poi? - e Forestina gli molceva la
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, il creato. Da tè gli entusiasmi, gli abbattimenti da tè. E, più che altro, tu sei giunta, tu sola, a quanto gli uòmini con la loro artefatta giustizia
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
varrebbe, il parlarne, del farci l'uno dell'altro accusatori, del provocare, nello stesso scolparci di quelle prime maledette discordie, altre ... più ancor
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
sarà mai il bene dell'altro ... Gualdo! ... la guerra è comune rovina. - Il Beccajo afferrò ambedùe le mani del Letterato, e gliele serrando con ansia
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espugnato; pur, questa volta, non era bisogno di pane; era un altro bisogno, non meno forse imperioso, quello di un viso non suo. Chè lui serrava una voglia
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potesse ignorare pur i peccati non suòi) devi sapere, che in ben altro paese, lontan lontano da quì, in altri tempi lontan lontani da questi, anch'io avèa
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
ogni macchia, all'aqua di vita - Scoppiò un altro grido: viva il Raccagna! - E lì - a sganasciare e a cioncare. Abbuja. Due ore dopo, leggero il
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sola era un bosco, sedèano i tre compagni di Gualdo, alimentando la fame di un queto fuoco. Sibilò un fischio; un altro fischio rispose; e Gualdo si
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dilungava da' suòi compagni di anni e, oh felici! di giuoco, e s'internava nella solinga boscaglia, un fior dopo l'altro, come la speme. Lampo, il
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l'altro. - E, se vuòi, te lo scrivo ... Scrivi tu, se lo puòi. - Carta sporca non val la pulita - sentenziò arrogante il Beccajo. - Vale - rimbeccò il